La storia della Gemelli è abbastanza
breve. Il sopraggiungere della crisi delle fisarmoniche, portò Alvaro
Bartolini a realizzare i primi campioni di chitarre e bassi elettrici ideati
insieme a Benito Cingolani all’inizio dell’anno 1960.La progettazione e la
pre-produzione venne iniziata verso la fine del 1960 in vista di una nuova
azienda che doveva vedere la luce in società tra i fratelli Umberto e Benito
Cingolani elo stesso Bartolini. Le strade però si divisero prima di iniziare
la commercializzazione e i Cingolani portarono via dei campioni dal
laboratorio di Bartolini iniziando la produzione in proprio.La loro
produzione è sia stilisticamente che costruttivamente derivata dalle idee di
Bartolini ed è caratterizzata da due elementi: la tastiera in
plexiglas e la bottoniera dei controlli sul
battipenna. Tutte le altre che non hanno uno dei due requisiti,
ma hanno al loro posto commutatori ordinari e tastiere di palissandro, sono
tutte state copiate dalla grandissima quantità di costruttori che ne prese
il posto dopo la precoce chiusura della Gemelli nel 1964.In quell’anno
infatti, i gemelli Cingolani andarono a lavorare da Eko che era alla ricerca
di risorse umane per sostenere la sua crescita esponenziale. Fu affidato
loro un reparto con la missione di sviluppare un nuovo tipo di solidbody e
di gestirne la produzione a cottimo. Così apparvero all’inizio del 1965 le
Eko 600 Cobra e le Lancer.
In conseguenza di ciò le chitarre Gemelli sono piuttosto rare e la maggior
parte non ha nessun logo Gemelli.La produzione di Gemelli, prima impostata
sulle idee di Bartolini produsse tuttavia una inquietante raffigurazione del
parto gemellare raggiungendo l’apice del bizzarro e del kitsch. Pazzesco!
L’idea era di rappresentare l’emblema aziendale e di ” poter essere suonata
indifferentemente da mancini e destri semplicemente invertendo le corde
grazie alla forma super-simmetrica dei comandi.Gemelli produsse anche per la
tedesca HOPF.
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