I Custom Colors Fender by Alberto Guizzetti
Uno dei parametri che rimangono più difficili nella identificazione di uno strumento Vintage è quelloche riguarda i Custom Color di Fender e di Gibson. I numeri di colori a disposizione oggi e la mancanza di campioni validi, puliti e documentati rende difficile l’identificazione dei colori originali. Molti autori di ottimi libri di chitarre hanno aiutato a fare luce sui Custom Colors di Fender e di Gibson. E’ anche di estrema importanza essere in grado di duplicare accuratamente i Custom Colors originali .L’informazione a disposizione oggi non è sempre abbastanza completa o accurata per permettere di poter fare questo con validi risultati anche a causa di errori di interpretazione o non approfondita conoscenza.Come accade per un certo numero di affermazioni tratte da diversi libri famosi su chitarre Vintage:
“1958 Strat in Shoreline Gold con parti dorate”.(questa frase descrive in realta’un vero custom color prodotto
secondo le particolari richieste del cliente, e non Shoreline Gold. Shoreline Gold ha un colore bronzeo e
non era persino disponibile fino al 1959).
“Modello non-tremolo 1961 in Coral Pink, una sottile variante della famosa finitura Fiesta Red”. (Fender
non ha mai avuto un colore nel suo pallet chiamato “Coral Pink” o “Salmon Pink” .
Questo colore e’ probabilmente il Fiesta Red, che ha una tonalitaà molto rosa).
“Alcuni colori cambiarono nel 1963, ma la totalita’ rimase 14.
Alcuni, come Shoreline Gold e Inca Silver, cambiarono solo il nome.”(I nomi di Shoreline Gold e Inca
Silver vennero abbandonati nel 1965 e sostituiti rispettivamente da Firemist Gold e Firemist Silver, colori
completamente diversi).
Foam Green riguarda Surf Green ma è un pò più chiaro. ( in realtà Surf Green è più chiaro per
quanto riguarda il colore , di Foam Green).
Le lacche smaltate furono commercializzate da DuPont con il marchio Duco. Le lacche acriliche avevano
il marchio Lucite. (Duco è la marca di DuPont per la lacca alla nitrocellulosa. Non vi è di meglio
della “lacca allo smalto”).
Come potete vedere, i Custom Color possono essere uno degli aspetti più fraintesi del mercato di chitarre d’annata.
La ricerca seguente può fornire informazioni più accurate riguardo le vernici Custom Color e sulle tecniche di rivesti-
mento impiegate e potrà essere utile nell’identificazione di un Custom Color originale di fabbrica, e dovrebbe chiarirvi
le tante credenze (errate) su di essi.
Per comprendere i Custom Colors Fender, dovete innanzitutto sapere su che cosa si basano i colori. La risposta, natu-
ralmente, sono le automobili. Negli Stati Uniti, le macchine hanno avuto un’influenza sociale maggiore di qualsiasi
altre cosa di quel periodo (persino anche più di Elvis) Le uniche miscele artigianali di vernice della Fender durante
gli anni 50 e 60 furono Sunburst e Blond e Candy Apple Red più tardi.
Tutti gli altri colori trassero la loro origine direttamente dalle macchine del periodo, e la maggior parte di questi
colori provenivano da macchine della General Motors.
Il primo passo consiste nel dare un’occhiata agli elenchi originali dei Custom Color della Fender. Se voi non avete gli
originali da esaminare, potete usare il libro “The Fender Stratocaster” (nuova edizione) di A :R :Duchossoir, pag 31.
Grazie all’elenco sui colori del 1960, Fender ci forniva il nome del produttore, tipo e codice della vernice per ciascun
colore indicato su questo elenco (sebbene non sia ovvio).
Prendete il primo colore, Lake Placid Blue, per esempio. Il tipo di vernice e’ “Lucite”, che e’ la marca DuPont per
le lacche acriliche. Il numero , 2876L accanto a “Lucite”, rappresenta il codice della vernice DuPont che identifica
la formula della vernice per il colore Lake Placid Blue (nota : alcuni colori sono indicati come “Duco”, che è la
marca DuPont per la loro lacca alla nitrocellulosa).
Se portate il codice colore 2876L dal vostro distributore locale di vernici DuPont, potete identificare quale macchina
usava in origine questo colore. Nel caso del colore Lake Placid Blue, è un colore Cadillac del 1958 disponibile in
lacca acrilica (Lucite).
Ma voi dite, “lacca acrilica ? pensavo che Fender usasse lacca alla nitrocellulosa ?” Fendere utilizzava per il rivesti-
mento del colore sia la lacca acrilica che quella alla nitrocellulosa. Per capire perchè, dobbiamo capire quale è la
differenza tra la lacca acrilica e quella alla nitrocellulosa.
La vernice è fatta di 3 componenti principali : il pigmento, l’agente legante (anche conosciuto come resina), e il
solvente. Il pigmento è ciò che produce il colore. I pigmenti possono essere organici ed inorganici. I pigmenti organici,
sebbene più costosi, offrono una varietà più ampia di tonalità. I pigmenti inorganici sono derivati da vari minerali
metallici. Per esempio, il bianco si fa dal diossido di titanio, il nero dal carbone,il giallo dallo zinco, l’arancione
dal molybdeno e il rosso dall’ossido di ferro.
I pigmenti sono dispersi negli agenti leganti, spesso chiamati resine, che forniscono le proprietà protettive e meccaniche della pellicola della vernice. Mano a mano che la vernice si asciuga, l’agente legante forma una pellicola che permette
alla vernice di aderire alla superficie. I primi agenti leganti erano ottenuti da materiali naturali, come olii di seme di
lino e di soia. Questi vengono ancora utlizzati oggi in molte vernici a base di olio. Ma gli agenti leganti naturali
producevano velocemente agenti leganti sintetici, che costituiscono oggi il 90% del mercato. Questi leganti sintetici
contengono alchidi (ottenuti dagli acidi), celluloide, acrilico, epossidico e uretano, per nominarne solo alcuni.
La dispersione del pigmento e dell’agente legante viene dissolta in un solvente, che controlla la consistenza della
vernice ed evapora dopo l’applicazione della vernice. Senza il solvente, la miscela solvente-legante sarebbe troppo
spessa per potersi stendere facilmente e in maniera uniforme.
La lacca alla nitrocellulosa utilizza un agente legante a base di celluloide.La lacca acrilica utilizza un’agente legante
a base acrilica.Entrambi usano acetone come solvente, che è ciò che definisce questi prodotti come lacche.
L’acetone è un solvente evaporabile molto veloce. Ecco perche’ la lacca divenne cosi’ popolare. Asciuga
molto velocemente e da’ un’ eccellente lucentezza. La velocita del tempo di asciugatura è importante per
l’ambiente di produzione come per la produzione di macchine e chitarre, perchè il tempo è denaro.
Poichè la lacca alla nitrocellulosa utilizza come agente legante la celluloide, ci sono altri problemi. La celluloide è
lo stesso materiale utilizzato per i pickguard a somiglianza di guscio di tartaruga nelle chitarre D’Angelico,
Gibsons, Epiphones, Gretsch e in altre dal 1900 ad oggi. E noi tutti sappiano cosa succede a quei vecchi pickguards
fatti di celluloide, diventano polvere col passare del tempo.
Il 1956 fu un grande anno per l’industria di vernici automobilistiche.. Prima del 1956, tutte le macchine della General
Motors erano verniciate con lacche alla nitrocellulosa (tutti gli altri produttori di macchine usavano smalti ecetto la
GM). Alla GM piacevano le lacche. Si asciugavano velocemente, davano un’ottima riuscita dal punto di vista estetico,
potevano essere tolte per rimuovere scalfiture e punti che avevano perso la loro lucentezza e ripararli facilmente..
Anche gli smalti perdevano la loro lucentezza con la stessa velocità delle lacche, però le lacche non si riuscivano
a togliere tanto facilmente per poter restituire cosi’ la loro originaria lucentezza. E i distributori e i negozi preferivano
la lacca per la loro facilità nell’applicazione e per il breve tempo di asciugatura.
Nel foglio dei colori DuPont per la linea di macchine DeSoto del 1956 è presente l’uso del “Shell Pink”, numero di vernice
2371, originariamente, questo colore era disponibile solo come Smalto. Ma un poco più tardi DuPont offri’ ,di questo colore ,anche una versione di lacca alla nitrocellulosa, visto che i negozi di vernici preferivano utilizzare le lacche per le riparazioni. Anche Fender comprò la versione alla nitrocellulosa dal 1960 al 1963, quando il colore Shell Pink divenne un Custom Color ufficiale. Come per molti prodotti del 1950, vi fu una notevole informazione riguardo a questo foglio di campionatura. Esso comprendeva le tinte usate per ottenere il colore finale ( i fogli del 1960 non riportavano più questa informazione).
Ma il problema di tutte le vernici (in particolar modo della lacca, ma anche dello smalto) a quel tempo era la perma-
nenza del colore. Le resine usate nella lacca alla nitrocellulosa erano a base di celluloide, e provocavano il veloce
sbiadimento del colore (le resine degli smalti, in quel periodo, erano a base di alkyd . L’agente legante a base di
celluloide nella lacca alla nitrocellulosa aveva più problemi perchè ingialliva e si screpolava ( checking =e’ il termine
che indica quel leggero screpolamento della finitura causato da vernice friabile). Cosi’, se aveste comprato una
nuova auto Chevy del 1955 rosso pastello, nel 1958 avrebbe potuto già diventare rosa corallo ( il rosso è il colore più
foto-sensibile) e screpolarsi. Inoltre, le lacche alla nitrocellulosa “ingiallivano”. Questo voleva dire che un rivestimen-
to in origine blue poteva diventare verde. La GM voleva avere delle risposte riguardo a questi problemi delle lacche,
e si rivolsero a DuPont, (Nel 1917 DuPont iniziò a compartecipare agli utili della General Motors Corporation e
per la fine del 1925 possedeva gia’ il 25% dello stock. Nel 1962, dopo 13 anni di cause antitrust, a DuPont fu
ordinato di liberarsi dello stock della GM).
Nel 1956 la DuPont iniziò ad usare nelle loro lacche agenti leganti acrilici. Questo risolse il problema dell’ingiallimento
e fino ad un certo punto, anche il problema della ritenzione del colore. (l’acrilico è più resistente della celluloide)
Inoltre, poiche i leganti acrilici hanno migliore elasticità, spari’anche il problema dello screpolamento .
L’unico lato negativo della lacca acrilica, per alcuni un mito, costituisce che non si asciuga mai cosi’bene come
la lacca alla nitrocellulosa (per cui, non ci sono problemi di screpolatura). E poichè non si asciuga cosi’ bene, non
lucida e brilla cosi’ bene come l’altra. (molti, la gran maggioranza nell’industria delle vernici, sostengono questo).
Qualsiasi verniciatore di
macchine alla vecchia maniera sosterrà questa tesi fino alla morte.
Con il successo di DuPont con le lacche acriliche, nel 1957 anche Ditzler e le altre ditte produttrici di vernici per l’indu-
stria automobilistica iniziarono a convertire le loro linee di vernici laccate della GM a base acrilica.
Entro il 1959 tutti i nuovi colori GM prodotti erano a base acrilica.
I colori della Ford e della Chrysler non passarano agli acrilici fino al 1962, e i colori della Chrysler divennero disponi-
sia come acrilici che alla nitrocellulosa a metà degli anni ’60.
Le automobili della Ford e della Chrysler erano verniciate in fabbrica con smalti, perciò convertire le linee di lacca
in quelle a base acrilica divenne una priorità.
I colori della GM che erano originariamente creati con formule alla nitrocellulosa, rimasero tali. La vernice alla
nitrocellulosa rimase disponibile fino agli anni 70, quando infine tutte le fabbriche automatizzate di vernici l’abban-
donaro. Sfortunatamente, il 90% dei colori originali alla nitrocellulosa della GM degli anni ’50 non furono mai
tradotti in colori a base di formule acriliche. La ragione ? La programmazione dell’indusria della vernice dice che
se la tua macchina ha più di 10 anni, essi non sono tenuti a fornire una vernice di sostituzione.
Questa fu una ragione della difficile reperibilità di diversi tipi di vernice.
I produttori di vernici rifornivano i loro distributori con colori per “tinteggiatura” per ciascun tipo di vernice.
C’erano circa 30 o più diverse tinte per tipo di vernice, montate su un attrezzo rotante . Tutti i colori derivano
dalla mescolanza di queste tinte , usando la formula fornita dai produttori. Questo significa che esisteva una macchina
rotante per la miscelatura della vernice alla nitrocellulosa, una per la vernica acrilica, una per lo smalto etc.
E man mano che si sviluppavano nuovi colori, nuove tinte venivano aggiunte alla macchina rotante per la miscelatura.
Questo occupava molto spazio per un negozio di vernici, per non parlare poi della spesa per lo strumento miscelatorio
rotante e per tutte le tinte richieste. C’era anche il problema di organizzare le formule delle vernici per ciascun tipo di
vernice ( negli anni ’60 , non avevano certo i computers per poter salvare le formule ).
DuPont e Ditzler utilizzavano una formula comulativa per le loro miscele. Per esempio, per mescolare una pinta di
Shoreline Gold della DuPont, ponete la pinta vuota sulla bilancia ed azzeratela. Girando la leva verso la tinta Red
Gold, dovevate aggiungere questo colore fino a che la bilancia indicava 5.5 grammi. Poi, giravate la macchina rotante
per la miscelatura verso il Black (High Strength) e aggiungevate fino a che la bilancia indicava 16.5 grammi.
Questa procedura continuava per tutte le tinte di cui si aveva bisogno fino al momento di aggiungere 445, 5 grammi
di vernice, compreso tutti i colori, metallice ed agenti leganti. Se questa finitura era disponibile in nitrocellulosa,
acrilica e smaltata, ciò voleva dire che dovevano esserci 3 formule di vernice per quell’unica pinta di colore.
Ed esisteva una formula anche per il quarto e per il gallone. Questo significa 9 formule per un singolo colore, se
esso era offerto in tutti e 3 tipi di vernici ! E ci sono migliaia di colori.
Un’altro concetto che necessita di una spiegazione è come i produttori di vernice giunsero alle loro formule .
Di solito i disegnatori di macchine creavano certi colori per certi tipi di modelli. Il colore è poi applicato a un
pannello e dato a ciascun produttore di vernici. E’ responsabilità del produttore di vernici sviluppare la propria
formula nel tipo (o tipi) di vernice che essi vogliono vendere (solamente la societa’di vernici OEM riceve ordine
dalla compagnia produttrice di automobili riguardo a quale tipo di vernice essi devono produrre).
A causa di questo, il colore Lake Placid Blue di Ditzler può essere leggermente pù verde di quello di DuPont.
Le ditte di vernici devono far combaciare i colori nel miglior modo possibile, ma c’erano sempre differenze visibilii
nello stesso colore, a seconda del produttore. L’unica cosa che le ditte di vernici garantiscono è che le loro tinte
saranno costanti da lotto a lotto. A causa dei problemi derivanti dall’avere un colore disponibile in 3 o più tipi di
vernice, i produttori non volevano tenere diversi tipi di vecchie pitture più a lungo di quello che non fosse necessario.
Per macchine popolari in colori popolari, le ditte di vernici a volte tradussero una formula a base di nitrocellulosa
in una a base acrilica. Ma se un colore non era tanto popolare, o se era stato usato per una macchina che non aveva
avuto successo, allora le ditte di vernici non si sforzarono nemmeno di operarne il passaggio abbandonavano semplice-
mente il colore quando la vernice alla nitrocellulosa non veniva più utilizzata.
Recentemente, PPG (Ditzler) ha creato un programma (al computer) per tradurre le vecchi formule originali alla
nitrocellulosa in tinte a base acrilica e hanno fatto una ricerca del loro database delle formule acriliche attuali
per trovare un colore a base acrilica esistente che si avvicinasse il più possibile.
Questo viene chiamato un colore offsett (di derivazione). A volte, sono veramente simili all’originale, ma a volte no.
Ritorniamo all’inizio , a quando Fender usava solo la vernice a base di nitrocellulosa.
Quello che Fender realmente fece fu usare i colori che erano disponibili alla DuPont, sia quelli acrilici che quelli
alla nitrocellulosa. Ma essi usavano sempre lacche chiare che erano a base di nitrocellulosa.Sfortunatamente per noi,
nel tentare di riprodurre questi vecchi colori, la chiara lacca alla nitrocellulosa ingialliva notevolmente.
Questo distorge la sfumatura di molti colori, specialmente il blue, l’argento, il verde ed il bianco (ricordate che
fin dalla scuola abbiamo imparato che il blue e il giallo fanno il verde).
Dal lato positivo, la chiara mano alla nitrocelluloa “ammorbidisce” il colore, facendolo sembrare più caldo e meno
marcato. Questo è la ragione per cui molti preferiscono prodotti in legno rifiniti con lacche alla nitrocellulosa.
La causa dell’ingiallimento della lacca chiara alla nitrocellulosa è in gran parte, ma non esclusivamente, dovuta a
ragioni ambientali. La luce ultravioletta (UV) del sole , delle lampade al neon accelerano questo processo.
Anche i problemi di qualità dell’aria (fumo, smog) possono contribuire significatamente,ma, inevitabilmente la natura della lacca è che la pellicola alla nitrocellulosa ingiallirà un pò, indipendentemente da come sia protetto lo strumento.
Un caso riguardante questo aspetto si ha con l’Olympic White, lo potete verificare dopo aver rimosso il pickguard di un vecchio pezzo originale, noterete l’ingiallimento della finitura esposta e l’ingiallimento leggero dell’area sottostante il pickguard.Quest’area non è mai stata esposta alla luce fin da quando la chitarra fu montata da Fender.
Ma Fender non usava sempre il ClearCoat su molti dei Custom Colors. C’è l’esempio di una Olympic White Strat
originale del 1961 che non fu rivestita con la mano di clear .Come lo si verifica?Non c’è traccia di ingiallimento sulla finitura. Altre Olympic White Strats erano verniciate con clear e perciò molto ingiallite (maggiormente nel 1964 e alcuni anni più tardi). Questo crea una certa confusione perchè le persone tentano di dirvi che la chitarra è Blond, non Olympic White, questo perchè il bianco ingiallito appare simile a qualsiasi Blond Tele dei tardi anni ’60.
Ma questo è facile da controbattere poichè tutti sappiamo che le finiture Blond di Fender sono in qualche modo come trasparenti e mostrano la grana del legno, e sono sempre applicate su strutture in legno di frassino, e non di ontano (e più tardi, ancora di più su legni accorpati) Perciò, non dovrebbero esserci discussioni se una finitura sia Olympic White o Blond.
Nel caso dei colori blue, verde ed argento (come il Lalke Placid Blue, l’Ice Blue, il Firemist Silver etc) , il “chiaro”
rivestimento giallo può distorgere notevolmente il colore originale. Questo rende difficile l’identificazione del colore.
Per esempio, il colore originale Lake Placid Blue, diventò verde o color Ocean Turquoise.Se lo strumento è un
modello del 1964, non c’è alcun dubbio che sia LPB (il colore Ocean Turquoise non fu disponibile fino al 1965).
Ma se lo strumento è uno strumento d’annata 1966, può essere più difficile individuare il colore originale poichè
Entrambi LPB e l’Ocean Turquoise erano disponibili in quell’anno.
Il problema dell’identificazione del colore si complica ancora di più quando si tratta di finiture metalliche.
Questo è dovuto al fatto che le finiture metalliche devono sempre essere rivestite con una mano di vernice chiara mentre
i colori pastello non lo richiedono. Poichè vi sono delle particelle metalliche (di solito d’alluminio) nei colori metalli-
ci, esse tenderanno ad ossidarsi se non saranno ricoperte da una mano protettiva Clear (chiara). Questo rende più difficile l’identificazione del colore originale di un vecchio lavoro a base di vernice metallica a base di nitrocellulosa,
a causa dell’ingiallimento del rivestimento chiaro. I rossi sono i colori che non hanno risentito molto dell’ingialli-
mento del rivestimento chiaro (negli anni ’60 , spesso, questi colori non erano neanche rivestiti di una mano di vernice
chiara ). Sfortunatamente, questi colori sono altamente recettivi alla luce solare (foto-sensibili). Questo potrebbe
aiutare a capire e a spiegare la sindrome del “Coral Pink” e del “Salmon Pink”.
Guardando gli elenchi dei Custom Colors di Fender dal 1960 ad oggi potete vedere che Fender non ebbe MAI un colore
“Coral Pink” o “Salmon Pink”. L’unico rosa ufficiale che Fender utilizzo’ dal 1960 al 1963 fu lo Shell Pink., che è
un colore rosa carne. Le chitarre “Coral Pink” e “Salmon Pink” sono probabilmente delle chitarre color Fiesta Red,
nelle quali il pigmento rosso puo’ essersi sbiadito. Poichè nel Fiesta Red c’è presenza di molto bianco, se il rosso
sbiadisce, il bianco traspare , creando cosi un rosa. La realtà, che molti non vogliono capire,è che il Fiesta Red originale
non è in verrità quel rosso dal barile è un rosastro, una tinta arancionata (leggera)
Tutti i colori Fender “Coral Pink” o “Salmon Pink” visti fin dai tardi anni ’50 e dopo, risultavano essere dei Fiesta Red .Con questo non significa che il “Coral Pink” non esiste ,forse, fu un vero rivestimento custom su ordinazione, e non facenti parte della lista Fender dei custom colors offerti.La gente sente la parola “rosso” nel nome “Fiesta Red” e si aspetta un colore rosso- fiamma. Se volete un rosso acceso, cercate un Dakota Red , non un Fiesta Red.
Quando Fender passò al legno di ontano (dal frassino) come legno di prima scelta per il body, a metà degli anni
1956, s’iniziò anche ad usare un prodotto chiamato “Fullerplast”. Questo è un prodotto che è stato ampiamente
frainteso. Per esempio, sulla rivista “American Guitars” di Tom Wheeler , c’è una foto a pag 54 di un uomo con
lunghi guanti di gomma che intinge i corpi (bodies) in un serbatoio, alla Fender nei tardi anni ’50.
La descrizione riferisce che l’uomo sta applicando ai corpi il “Fullerplast”. Molto probabilmente, quest’uomo sta
tingendo i corpi di ontano, un processo utlizzato per i corpi in ontano dal 1956 prima di cospargeli della finitura
Sunburst.......
Il Fullerplast è un chiaro sigillante riparatore a spruzzo, non intaccabile da solventi, dopo la sua asciugatura.
Fu prodotto da Fuller O’Brien,da qui il nome “Fullerplast” (sebbene per tutto questo tempo si possa aver pensato
che il nome derivasse dalla citta’ Fullerton, cioè quella di Fender).
Il Fullerplast si asciuga nel legno e crea un sigillo che fa evitare che le mani di vernice successive penetrino nel
legno come una spugna. Questo significa che spruzzare le mani di colore è più facile e le mani possono anche
esser applicate in maniera più fine,sottile (risparmiando materiale, denaro e tempo di asciugatura).
Sebbene l’ontano sia un legno “a pori chiusi”, le prime mani di lacca penetreranno e faranno assorbire come una
spugna, se non verrà applicato qualche tipo di rivestimento sigillante. Il Fullerplast si asciuga in 15 minuti e si può
pitturare già dopo un’ora. Si applica anche in maniera molto fine e sottile.
Un’altro convincimento (errato) riguardo al Fullerplast è che sia un colore.
Il Fullerplast è chiaro, non giallo. Il giallo che vedete nelle porzioni non verniciate di un corpo del 1956 e di
un’altro più tardo in ontano si tratta in realtà di una macchia o di una tinta applicata sotto il Fullerplast.
Questo sistema venne utlizzato per semplificare il processo di “sunbursting “,finitura Sunburst.
I corpi di ontano vengono intinti in una vasca contenente del colore giallo. Questo lascia un colore in meno di lacca
da asciugare, mescolare , spruzzare (e quindi anche da pulire dalla pistola dello spray).
Poi, il corpo di ontano viene sigillato con una mano molto sottile di Fullerplast. Dopo l’asciugatura, il rosso semi-
trasparente (iniziato nel 1958) e il marrone-nerastro scuro vengono “sunbursted” , spruzzati sulle
cime del corpo. Infine un rivestimento chiaro viene spruzzato sull’intero corpo per sigillare i colori.
Al termine del 1964, Fender modificò il giallo rendendolo più biancastro e opaco, allo scopo di nascondere meglio
le fessure del legno. Questo espediente permise a Fender di utilizzare legno di ontano anche più economico , con più
fessure e screpolature. Il giallo più biancastro venne quindi applicato sopra il Fullerplast, come era il rosso e il marrone
del Sunburst. Questo spiega come mai il rosso e il giallo ora appaiono molto diversi sulle chitarre Fender del tardo
1964 e oltre. Questo nuovo giallo biancastro spurga dal rosso semitrasparente rendendolo piuù arancionato.
Notate che anche se alla Fender si spruzzava il giallo dopo l’applicazione del Fullerplast, si continuava sempre a
scurire o tinteggiare i corpi di giallo prima dell’applicazione del Fullerplast.
Notate che i primi corpi in frassino (dal 1954 a meta’ del 1956) in Sunburst erano fatti in maniera diversa.
In questo caso , il giallo non è colorato, ma è spruzzato come la finitura Sunburst di una Gibson.
Ecco perchè il giallo del Sunburst dei corpi in frassino di Fender tra il 1954 e meta’ degli anni 1956 appare
“piu lucente” rispetto alle più tarde finiture Sunburst colorate di giallo dei corpi di ontano di Fender
Questo processo creò molto più lavoro a livello di produzione. Non solo si doveva spruzzare il giallo, ma anche i
pori del corpo di frassino dovevano essere riempiti prima di sparare il Sunburst. Poiche il frassino è un legno dai
“pori aperti” (a differenza dell’ontano), non riempire questi porti utilizzando un prodotto specifico voleva dire
lasciare “penetrare e sprofondare” in essi il rivestimento finale.
Questo avviene quando la finitura si asciuga e penetra nei pori aperti del legno, lasciando una finitura piena di
avvallamenti. Per evitare tutto questo, il legno nudo viene pennellato con un prodotto che riempa questi pori, consisten-
te in sabbia fine mescolata ad un solvente spesso a base di nafta. Dopo il tempo di asciugatura, la parte in eccesso
del prodotto dato viene eliminata, lasciando ovviamente solo il materiale che è penetrato nei pori e li ha riempiti e chiusi. Fatto passare ancora un po di tempo per l’asciugatura, il corpo può essere sigillato con la lacca o con il Fullerplast.
Infine, la finitura di colore può essere applicata. Questo processo fu sempre utlizzato da Fender sui corpi in frassino,
dal 1950 fino ad oggi.
Ritornando all’ingiallitura poichè essa fu utilizzata per corpi in ontano Sunburst , a volte potete non
vederla sulle finiture Custom Color,cosi’ pure la potete vedere molte volte. Fender produceva
maggiormente corpi di ontano rifiniti con Sunburst. Per cui coloravano tutti i corpi in ontano di giallo,
permettendo una maggiore flessibilità produttiva.Per questo motivo molti corpi destinati a divenire Custom Color
hanno un corpo anche colorato di giallo. Dopo tutto, non vedrete certo il giallo su un corpo custom color, per cui che differenza fa ?Fender non fece altro che scurire di giallo tutti i copi di ontano e decidere più tardi quali sarebbero divenuti dei Custom Colors.
In molti casi, Fender usava ancora il Fullerplast anche per fiiniture Custom Color.
Il processo Custom Color a spruzzo non era diverso dal processo del Sunburst , fino all’arrivo del procedimento del Fullerplast.
Questo semplificò il processo produttivo, e permise a Fender maggior velocità di ricezione ed azione nei confronti
delle richieste del mercato riguardo a corpi in colori Sunburst e Custom Color.
Durante il 1963 e il 1964, quando la produzione di chitarre era veramente alta, Fender spesso non ricorreva al procedi-
mento dell’ingiallimento, utilizzava il Fulllerplast o la mano di fondo o la vernice chiara per alcuni corpi Custom Color. Dopo tutto, se hai veramente fretta, puoi semplicemente limitarti a spruzzare la mano di colore
direttamente sull’ontano senza alcuna preparazione di mano di fondo. Non fecero altro che spruzzare più mani di colore (specialmente se non era stata data una mano di fondo chiara) Questo sarebbe costato di più a livello di materiali (la pittura per i Custom Color fu la più costosa che utilizzo Fender), ma sarebbe stato più veloce.
E spesso , non non davano neanche una mano di vernice chiara di base al colore. Si trattò di una verniciatura veramente “affrettata”.
Potete vedere questa cosa sul colore pastello. Le finiture metalliche non venivano bene utlizzando questa “scorciatoia” come tecnica. Senza una mano di base, i colori metallici possono ossidarsi a causa della presenza di particelle metalliche nella finitura. Ed è difficoltoso applicare vernici metalliche in maniera molto spessa.
Da qui, ecco perchè la maggior parte delle finiture metalliche hanno una mano di fondo e una mane di base (Clear Coat).
Mani di fondo Primer e Sunburst di Fender
Fender ebbe un modo contrastante di applicare le mani di fondo alle finiture dei custom color. Durante gli anni 60, se esiste una mano di fondo, si tratta di solito di una prima mano di fondo bianca. E più sovente, si può notare questa prima mano di fondo sulle finiture metalliche come il Lake Placid Blue o il Burgundy Mist.
I colori pastello come il Dakota Red, il Daphne Blue , il Foam Green e simili hanno raramente una mano di fondo. Nella produzione della Fender, tutto dipende da come l’ordine del Custom Color si inserisce nel programma di produzione. Se Fender avesse avuto il tempo per usare la mano di fondo, allora l’avrebbe fatto. Se , invece, non c’era il tempo oppure erano in ritardo con gli ordini, non si curavano certo di dare la mano di fondo (a seconda del colore).
Le mani di fondo furono usate per le chitarre per ragioni diverse da quelle per le automobili.
Sulle macchine, una prima mano di fondo viene data allo scopo di aumentare l’aderenza della vernice colorata al metallo, poi, anche per riempire le imperfezioni nel metallo e infine quelle speciali servono anche come
protezione contro la ruggine. Ma sul legno, non sono necessarie queste suddette proprietà della mano di fondo.
Le imperfezioni possono essere facilmente eliminate con la carta vetro, inoltre la lacca aderisce già bene al legno.
E il problema della ruggine senz’altro non sussiste.
Perciò, perchè disturbarsi a dare la mano di fondo alle chitarre ? La ragione è puramente economica.
Ai prezzi di oggi, la mano di fondo bianca alla nitrocellulosa costa circca 15 $ a gallone. Qualunque Custom Colors di Fender costa circa 15 $ a pinta, ad eccezione dei rossi che costano 20 $.
Per cui, se si utilizza la mano di fondo bianca per coprire il legno e fare il corpo di un colore bianco costante,
si può usare metà della vernice colorata che si userebbe per un colore uniforme. Questo poteva far risparmiare considerevoli somme di denaro quando si dovevano dipingere migliaia di chitarre.
Naturalmente lo svantaggio economico dell’usare una mano di fondoè che ci vuole più tempo. Si inserisce, quindi, un’altro ciclo nella produzione , quello dedicato all’asciugatura del corpo.
Per cui, quando il programma di produzione lo permetteva, Fender usava la mano di fondo,quando , invece, bisognava fare le cose di fretta non la si dava.
Fender usava anche il Sunburst (o altri colori) come mano di fondo per i Custom Colors. Probabilmente, Fender ebbe una grossa fornitura di corpi finiti Sunburst (e custom color) respinti, perchè avevano difetti.
Si può supporre che la maggioranza delle finiture custom color applicate ad altre finiture già esistenti prima sia
da spiegarsi come segue : strappare da un corpo una finitura esistente venuta male comporta troppo lavoro ; ma
spararci sopra un nuovo Custom Color è come prendere due piccioni con una fava. Perciò ai corpi respinti venne
applicato il Custom Color sopra la finitura . (precedentemente venuta male).
Si utilizzano, cosi’, i corpi dalla finitura Sunburst venuta male senza dovercela togliere, facendosi pagare il 5% in più per il nuovo Custom Color e coprire cosi’ il costo derivato dalla doppia verniciatura dello stesso corpo.
A volte Fender faceva tutto questo : spruzzava un Custom Color su una mano di fondo bianca, su una finitura Sunburst. A questo proposito ,l’esempio DI una Fiesta Red Strat del 1961 originale al 100%.
Si tratta di un Fiesta Red, sopra un Dakota Red, sopra una mano di fondo bianca, sopra il Sunburst !
Si trattò, probabilmente, di una serie di brutti errori di verniciatura. Fender iniziò con un corpo dal Sunburst venuto male , poi ci spruzzò una mano di fondo bianca (per risparmiare pittura rossa) Poi , ci spruzzò sopra
il Dakota Red (senza una mano di clear coat = vernice trasparente ) e probabilmente inavvertitamente rese
il rosso un giallo-marrone . Quindi, Fender spruzzò semplicemente il Fiesta Red sul Dakota Red (forse perchè
il Fiesta Red era già nella pistola-spruzzo , quel giorno) Neanche al Fiesta Red venne dato la mano di
clear coat. (Alcuni sostengono che questa chitarra fu appositamente ordinata color Fiesta Red, ma per un errore la si spruzzò con il Dakota Red) ma se fosse stato realmente cosi’, sarebbe stato
più conveniente per Fender verniciare un ‘ altro corpo con il Fiesta Red e vendere la chitarra Dakota Red ad un altro distributore.
Non ha alcun senso, economicamente parlando, verniciare un’altro colore su una finitura buona e perfetta semplicemente perchè gli si è dato il colore sbagliato. E Leo Fender era molto attento ai costi ed errori del genere
non si facevano di certo).
Un’altro caso si ha con un’ Olympic White Strat originale del 1961,
Anche a quella venne spruzzato un altro colore sopra il Sunburst, ma senza la mano di fondo bianca. In questo caso, Fender utilizzò una cattiva finitura Sunburst come mano di fondo, e forse si trattò di un lavoro “affrettato”.
Se Fender aveva un ordine di un distributore per un determinato Custom Color, era molto più veloce spruzzare un colore su di un corpo già preparato e verniciato di quanto non fosse verniciare il legno grezzo.
Questo voleva dire maggior celerità nelle consegne, per la soddisfazione sia dei distributori che dei clienti.
E probabilmente, vi fu sempre un ampia disponibilità di corpi sunburst (respinti). Per cui, Fender utilizzava i corpi Sunburst come mano di fondo e ci spruzzava semplicemente sopra il custom color. Perchè, se hai fretta è ben più veloce spruzzare una finitura su di una finitura livellata e liscia già esistente di quanto non sia spruzzarla su del legno nudo e grezzo.Inoltre, se non sei soddisfatto della finitura Sunburst ottenuta, con questo modo risolvi due problemi.
Per quanto riguarda la mancanza della mano di fondo - spruzzare una mano di fondo bianca sotto una vernice Olympic White non ti fa risparmiare molta vernice (sebbene a volte, Fender lo fece).
Un’altro esempio di mancanza di mano di fondo si ha con una Strat del 1964 originale al 100%,
che aveva una finitura Dakota Red data sopra a niente ! Ne’ Sunburst, ne mano di fondo bianca,ne’ ingiallitura,
ne “Fullerplast”. E non c’era neanche il clear coat sopra il Red. Questo fu veramente un lavoro “affrettato”.
Avevano , semplicemente, sparato il Red sul legno, cancellato e nominato “buono”.
Le mani di fondo degli anni 1950 furono ancor più incostanti...E anche in quegli anni, a volte le usarano, a volte no.
E anche il colore della mano di fondo non era costante.. Andava da un bianco a un Desert Sand (il colore DuoSonic/MusicMaster) , fino ad un argento.E anche qui, di solito, per i colori pastello come il Dakota Red e il Black spesso non si usava la mano di fondo. E spesso si poteva vedere il Sunburst sotto alcuni Custom Colors del 1950. Probabilmente, una scorciatoia per utilizzare quei malriusciti corpi Sunburst senza doverli decolorare.
Per completezza, dovremmo parlare dei buchi “a chiodo”(o a spillo) del body sotto il pickguard delle chitarre Fenders.
Questi piccoli buchi (approssimativamente 1/16” di diametro) erano , in realtà, prodotti da chiodi. martellati dentro la parte anteriore del body , proprio immediatamente prima della verniciatura.
Fender utilizzò questi chiodi come “gambe”sulle quali poggiare il body sopra i tavoli per la verniciatura a spruzzo e l’asciugatura. Questa tecnica venne utilizzata fino al 1965.
Verso la fine del 1962, Fender verniciava (a spruzzo) la parte frontale di un body di chitarra non appena veniva posto su di un tavolo rotante,costituito da un vassoio girevole,che faceva si che il body potesse essere girato senza doverlo toccare. Dopo aver spruzzato il body, lo spostavano, mediante un piccolo movimento, sulle gambe a chiodo e spruzzavano i lati e la parte posteriore. Dopo aver fatto questo, il body veniva spostato nell’area destinata all’asciugatura e veniva lasciato ad asciugare su queste gambe a chiodo.
Quando il rivestimento si era asciugato, i chiodi venivano rimossi e il body veniva pulito.
A iniziare dalla fine del 1962, Fender iniziò a cambiare procedura riguardo il modo di tenere il body mentre lo si spruzzava. Si utilizzò un sistema fatto da un “bastoncino” che veniva avvitato nella tasca del neck nei buchi a vite
dove sarebbe poi stato inserito e avvitato il manico.
Il bastone venne attaccato a una guida che sospendeva il body e che lo faceva ruotare nella cabina spruzzo per una più agevole spruzzatura. Poiché si utilizzava il bastone, la zona sottostante ad esso, nella tasca del neck non presenta piu’ della vernice,per cui sotto il bastone, rimane visibile solo la procedura dell’ingiallitura utilizzata come primo passo nel processo del Sunbursting,
Ma si nota che anche dopo il sistema del bastone, si continuavano sempre ad usare i chiodi., che avevano, adesso, solo la funzione di tenere sospeso il body durante l’asciugatura. Inoltre, prima dell’utilizzo della tecnica del bastone, le tasche dei neck nei bodies verniciate con il Sunburst e con il custom color erano completamente verniciate. Siccome il metodo di verniciatura con il “vassoio girevole” fu utilizzato fino alla fine del 1962, la tasca del neck dovrebbe essere completamente verniciata. (in quanto, durante la verniciatura, si utilizzarono le gambe a chiodo). Ad iniziare dalla fine del 1962, la tasca del neck dovrebbe avere una zona,intorno al lato del basso, priva di vernice (ma ancora soggetta alla prodedura dell’ingiallimento prima della verniciatura) dove era attaccato il “bastone” durante la verniciatura.
Quando si cerca di identificare una verniciatura Fender originale fino al 1965, questi buchi dei chiodi dovrebbero essere privi di vernice per via che il body veniva verniciato a spruzzo con i chiodi inserirti , che venivano utilizzati come gambe d’appoggio per la spruzzatura e l’asciugatura. Fino a quando il rivestimento non era asciutto,i chiodi non venivano rimossi. Ma poichè dopo aver tolto i chiodi, il body veniva sfregato, questi buchi potrebbero contenere segni di qualche pasta bianca usata per lo sfregamento (per cancellare) oppure qualche altro residuo. Ma, in ogni caso, non dovrebbe esserci assolutamente vernice nei buchi !
Inoltre, se guardate la zona dei buchi a chiodo,considerando che fu solamente un lavoro manuale, l’area è approssimativa. Poichè i buchi a chiodo venivano fatti da un operaio, con il martello e chiodi a mano, la zona esatta dei buchi può variare leggermente , a seconda delle chitarre.
Ma c’è da notare che l’area dei chiodi crea una sorta di rettangolo, che al body fornisce un buon sostegno
durante la spruzzatura e l’asciugatura.
Un raro esempio di pre-CBS senza alcun buco a chiodo chitarra è una Tele Custom del maggio del 1959. Un bel primo esempio di questo modello E’,forse ,a causa della legatura (binding) del body o perchè si era agli inizi della produzione, che questa chitarra non fu dotata di chiodi come gambe per l’asciugatura ! non vi è una chiara spiegazione, tuttavia la chitarra era certamente originale. Una cosa era certa : mancavano del tutto i buchi a chiodo e non c’erano neanche buchi a chiodo con della vernice dentro !
Quando guardate le chitarre Fender verniciate con i colori custom colors, dovete tenere a mente il legno con il quale il body era costruito. Dopo la metà del 1956, tutte le chitarre Fender verniciate con i custom colors dovevano essere di ontano e non di frassino. Questo vale per le Tele, le Strat , le Jazzmaster, per tutte.
Ma le Tele pre-CBS non sono sempre state fatte di frassino ? La risposta…. dipende dal colore.
La ragione per cui la maggior parte delle Telecaster e delle Esquire siano fatte di frassino è
dovuta al fatto che la loro finitura standard fosse bionda. Non sono fatte di frassino solo perché sono delle Tele. Le finiture Blond di Fender, poichè sono trasparenti, sono sempre verniciate sopra il Frassino.
Qualsiasi altro rivestimento (dopo il 1956) utilizza , come base, l’ontano. La ragione è puramente economica e
di tempo. Siccome il frassino comporta l’ulteriore procedimento del “riempimento dei pori” esso richiede più tempo e maggor lavoro per la verniciatura. Ecco perchè Fender passo all’ontano verso la metà del 1956. L’Ontano è semplicemente molto più facile e più economico da verniciare.
A conferma di questo si osservi una Telecaster Custom , introdotta a metà del 1959.
Quella fu la prima Telecaster di produzione standard, con un rivestimento Sunburst ed erano fatte tutte di ontano, non di frassino.
Prova contraria di questo furono le Telecasters Sunburst (estremamente rare) prodotte dopo la metà del 1956, che avrebbero dovuto essere costruite in ontano. L’unica vista era di frassino. L’unica ragione che posso farmi di questo è che a quel tempo non esistevano modelli Telecaster “standard” costruiti in ontano (la Tele Custom non fu presentata fino al 1959). Per cui, Fender semplicemente non aveva uno stock di bodies Tele
in ontano dalla meta’ del 1956 al 1959. Di conseguenza, se volevate una Tele Custom Color prima della metà del 1959, c’era buona possibilità che fosse fatta in frassino.
Perchè, far passare la produzione di Tele dal frassino all’ ontano per un breve ciclo produttivo può non avere inciso sui costi..Ma dopo il 1959, tutte le Tele verniciate con Custom Colors (eccetto la Blond) erano verniciate sopra l’ontano, poichè Fender stava producendo modelli standard sia in frassino che in ontanto.
Per le Strat ,la cosa è diversa. Dopo la metà del 1956, se si tratta di qualsiasi altro colore diverso dal Blond, allora il body era di ontano. Poichè dopo metà del 1956, il legno del body delle Strat“standard” era di ontano, sui modelli Blond vedrete solo bodies in frassino.
Tutto ciò porta a questo : se vi capita di vedere una Telecaster del 1961 o una Stratocaster color Fiesta Red
su di un body di frassino, allora è una probabile riverniciata. Verificate i buchi dei chiodi e le giunture saldate. Se non sono a posto, è una sicura riverniciata E pure se vi sembrano a posto è una situazione molto ambigua.
Un’altra idea sbagliata (malinteso) su Fender riguarda il “marchio a grossi numeri” presente su molti strumenti Custom Color. Questi grossi numeri dalle dimensioni di ½” si trovano sotto il pickguard (sul body) e di solito anche sul tacco del neck (tra i buchi a 4 viti), stampigliati nel legno in profondità. Si è riscontratoquesto, sia su strumenti che datavano al lontano 1959 che a strumenti più recenti, risalenti al 1966.
Questi grossi numeri stampigliati indicano che la chitarra subi’ qualche riparazione di fabbrica, di solito il rifacimento della finitura. La ragione per cui Fender usava questo marchio è molto semplice. A causa dell’enorme quantità di bodies e di necks che venivano verniciati tutti contemporaneamente, non c’era modo di rintracciare una particolare chitarra a meno che non venisse posto su di essa un marchio.
Se una chitarra veniva restituita per il rifacimento della finitura, (un servizio, questo, che Fender offri’ fino al tardo 1960), la si marcava ,meditante questo marchio a cifre, con un n.umero di serie. Questo permetteva di poter togliere la vecchia finitura alla chitarra, di sabbiarla senza però perdere il riferimento del proprietario a cui apparteneva. Dopodichè, poteva essere inserita nel ciclo produttivo della verniciatura per essere verniciata come se fosse una chitarra nuova. Dopo che il processo di verniciatura era terminato, i grossi numeri stampigliati in profondità permettevano a Fender di “rintracciare” le parti verniciate, di montarle ed infine restituirle ai legittimi proprietari.E’comunque difficile poter verificare del tutto che si tratta di una riverniciatura di fabbrica.
Bisogna valutare e analizzare l’intera chitarra attraverso più parametri.
I buchi a chiodo sono probabilmente intatti , in una riverniciatura di fabbrica fatta prima del 1965.Se le saldature del circuito sono rifatte, potrebbero sollevare dubbi di una nuova rifinitura . Ma anche questo è difficile da capire. Comunque se Fender avesse rifatto le saldature in fabbrica, sarebbero apparse , in ogni caso, veramente convincenti.
Poichè piu’ della metà dei 14 Custom Colors originali sono colori Duco (alla nitrocellulosa), la maggior parte non furono tradotti nelle formule a base acrilica. Questo significa che alcuni colori non furono più disponibili dal momento in cui la vernice Duco spari’ (agli inizi del 1970) fino ad oggi.
Ma durante l’estate del 1966, i colori “perduti” di Fender furono recuperati da Duco, ma tutti come lacche acriliche e come nuovi tipi di pitture. Prima dell’estate del 1996, dovevo utilizzare altri colori usati per le vernici delle macchine dello stesso periodo , che erano ancora disponibilii come lacche.
Qui di seguito, sono riportati tutti i Custom Colors, il loro tipo di vernice originale ( la vercnice Duco è alla nitrocellulosa, la Lucite è a base acrilica), gli anni in cui Fender li usò, e a quali macchine essi diedero origine.
La colonna “Car Year”(=anno della macchina) rappresenta gli anni in cui questo colore era disponibile per la fabbricazione delle macchine elencate. Notate che alcuni colori venivano utilizzati su altre fabbricazioni all’interno dello stesso produttore, ma con nomi e per anni diversi. Questi colori hanno lo stesso numero di vernice, ma un nome diverso. Guardate le descrizioni dei colori individuali per una lista di questi nomi di vernici. Notate, inoltre, che tutti i colori metallici, ad eccezione del Candy Apple Red, sono colori metallici a ciclo -unico. Vale a dire, che il colore vero e le particelle di quello metallico sono contenute insieme in una sola vernice. Questo porta ad una riduzione nei cicli di applicazione.
Avrete bisogno di un lettore compatibile da tavolo per poter leggere questa tabella.
Fender’s Original Custom Colors Color Paint
TypePaint
NumberFender
YearsCar
YearsCar
Make
Lake Placid Blue metallicLucite 2876-L60-7358Cadillac
Daphne Blue Duco280460-6558Cadillac
Shoreline Gold metallicLucite2935-L60-6559-60Pontiac
Olympic WhiteLucite2818-L60-8058-62Cadillac